sabato, maggio 25, 2019

Cane Vagabondo

Quanta verità c'è negli occhi di un cane vagabondo,
si riesce a condividerne quella sua eterna solitudine,
il bisogno di un posto sicuro in cui tornare, 
il desiderio di una carezza.
Altro non c'è da fare se non mettere un piede dietro l'altro
e camminare, con la delicatezza di chi non vuol calpestare
anima viva.
Eppure è opinione comune che o si calpesta o si viene calpestati.
In fondo ancora oggi ci voglio credere all'Amore Vero
non credo sia un invenzione, probabilmente risiede
nell'idea stessa dell' amore, potrebbe essere un concetto
astratto al quale ci appelliamo, gli affidiamo una mano,
una mano che trema perché conosce il dolore di una delusione.
Ci innamoriamo di un Pensiero, di un Ideale, di una promessa
di condivisione che è difficile da mantenere.
Le distrazioni sono tante, non ci si accontenta mai.
Forse sarebbe stato meglio nascere cane, vivere una vita piena
seppur breve, fatta di presente, di essenziale, grati nel ricevere un tozzo di pane.
Bere in una pozza d'acqua dopo una pioggia battente e continuare
a concentrarsi solo sulle cose indispensabili.
Se non in questa vita magari in un' altra, come a librarsi in aria
al di sopra di qualsiasi falsità, perché di purezza in questo mondo
ne è rimasta ben poca e, di certo, risiede solo nelle cose semplici.
Siamo troppo distratti dall'inutile, dall'effimero e dall'apparenza;
Non riusciamo a liberarci da tutti questi falsi bisogni che
attanagliano come una morsa le nostre vite sprecate.
Occorrerebbe soffermarsi davvero sull'essenziale.




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