lunedì, settembre 07, 2020

Accortezze

Ed è fissando alle quattro del mattino, nel buio della mia camera, le flebili infiltrazioni di luce appena accennate e riflesse sulle pareti dalla serranda che mi rigiro nel letto maledicendo il caffè della mezzanotte.
Combinazione vuole che a condividere la veglia, affamata e priva di sonno, una zanzara o forse più, mi solletica volteggiando ed adagiandosi da un braccio all'altro e ancora da una gamba all'altra per poi bestemmiarmi in ronzese i ronzii della giornata o forse di tutta la sua vita. Direttamente nell'orecchio per non farmene perdere neanche uno, senza l'accortezza né la sensibilità di domandarsi se tutte queste attenzioni siano a me gradite.
Eccola che mi passa davanti, ora, sfilando tra gli occhi e la luce del cellulare, afferrata e lasciata in un attimo colma di stupore, nel suo ultimo istante di vita per il sangue succhiatomi che in un modo o in un altro è tornato a me, sul palmo della mia mano, segno che mai le fu offerto né concesso, solo afferrato dandolo per scontato.
Son quasi le cinque ma la vita e la morte di quella zanzara hanno avuto un significato ed una morale: Non siate come lei, non confondete uno stanco silenzio con un tacito assenso.
Prima di succhiare la linfa chiedetevi fino a che punto tutto è lecito e se, come la zanzara, volete ronzare o se prima di "succhiare" sia meglio chiedere il permesso, in punta di piedi, accertarsene davvero, e solo in quel caso, con le dovute accortezze, sostare.