martedì, novembre 25, 2008

Vi era calma dove non ve n'era




La stanchezza, la serietà, l'accettazione, il malessere e la tranquillità...passeggiavo da solo sul lungomare in un pomeriggio freddo e silenzioso, silenzio rotto solo dagli schiamazzi di un bambino instancabile intento a correre e giocare con la sua macchinina blu, dal cinguettio intermittente di pochi piccoli passeri nel cielo e tra le foglie degli alberi, ma soprattutto dal mare, un mare gelido e tormentato che riusciva a dare calma dove non ve n'era.
L' infrangersi delle onde sugli scogli faceva si che schizzi frequenti di minuscole gocce d'acqua arrivassero fin sul mio viso e baciassero con estrema delicatezza le mie labbra; labbra screpolate, labbra intente a fumare, labbra dimenticate.
Orecchie ed occhi si lasciarono andare alla scoperta di ogni minimo particolare che poterono captare ma soprattutto si focalizzarono sul mare, fino a veder lentamente morire un timido tramonto oltre l'orizzonte.
Ogni cosa acquistava un valore che difficilmente si potrebbe cogliere in compagnia, un qualcosa che riusciva a giustificare il vuoto di una profonda quanto incolmabile solitudine.
Qualunque risposta a quesiti che turbano le notti di noi gente poco serena potrà esser trovata nella Natura, nella sua forza incontrastabile e nella sua quiete soave; a patto però di esser soli e di aver passato un periodo necessario di attrito col mondo, in modo così da esser costretti a pensare a fondo facendo i conti con noi stessi.


Solo attraverso la solitudine si potrà infine capire il valore della compagnia...anche se il prezzo da pagare spesso è la malinconia.

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