La
festa di compleanno
Giunse
il giorno del suo diciottesimo compleanno, Ellem
aveva un aspetto euforico
e si sentiva felice, la festa si svolgeva nel giardino della casa dei
suoi genitori,
Ginlin e
Robert,
nel profondo della foresta di Trillian e
gli invitati erano due suoi coetanei, i suoi unici amici, un elfo di
nome Talion ed un’umana della Capitale, Seren.
Venne
il tempo di aprire i regali, Ellem cominciò dal regalo di Seren, era
confezionato in un pacchetto largo e leggero,
aprendolo sorrise felicissima, si trovò tra le mani una splendida
mantella
con
cappuccio, azzurra
come i suoi occhi, ricamata ai bordi con merletti bianchi e
decisamente molto comoda e
leggera,
la madre di Seren era un’ abile
sarta
e per cucirla
aveva seguito con attenzione i desideri e le richieste della figlia.
Venne
il turno del regalo di Talion, si
trattava di un piccolo
scatolo
di
legno levigato in modo fine ed aprendolo vi trovò una spilla verde a
forma di foglia, raffinata e molto in voga tra le elfe di Trillian.
L’ultimo
regalo fu quello dei suoi
genitori, la confezione era sottile ma alta quasi quanto lei,
tuttavia leggera a dispetto del suo aspetto. Scartò la confezione e
vi trovò un bastone di
frassino, chiaro ed intarsiato finemente, con all’apice un pomo
intagliato ed intrecciato come
fossero piccoli rami.
“È
magico” disse la madre “ti aiuterà ad incanalare il
tuo potere
per incrementarne gli effetti”.
Il
padre aggiunse:
-
“È stato intagliato dai migliori artigiani elfi, diciott’anni
sono molto
importanti per una bella
signorina come te”.
Ellem
si commosse e ringraziò i presenti abbracciandoli.
“Grazie...ho
qui con me gli amici ed i genitori migliori che si possano
desiderare!”.
Detto
ciò la giovane mezzelfa si mise la mantella di Seren, vi appuntò la
spilla di Talion, prese in mano il bastone magico e chiese
sorridendo:
-
“Come sto? Ho o non ho l’aspetto di una maga
potentissima?!”
Tutti
risero ed il padre rispose sorridendo a sua volta:
-
“Piccola mia, ne hai ancora di strada da fare ma l’aspetto è
certamente quello”.
La
madre portò la torta e la poggiò sul tavolo, era stata
commissionata dal padre ad Eldum, la Capitale. Era
interamente composta
da una crema
di cioccolato con dentro una
farcitura di
marmellata
di
fragole e sopra
vi erano decorazioni fatte con soffice
panna. Ellem soffiò sulle candeline ed espresse il suo desiderio.
La
caccia
L’indomani
della festa i tre ragazzi avevano appuntamento per
l’inizio della mattinata
all’ingresso del sentiero di Trillian, Ellem e Talion furono
i primi ad arrivare,
Seren si era alzata tardi, come al solito, era sempre profondamente
assonnata al mattino e faticava ad alzarsi, li raggiunse dopo quasi
un’ora e li trovò nel punto d’incontro con un espressione
corrucciata.
-
“Finalmente!” disse Ellem
-
“Stavamo per cominciare senza di te!” aggiunse Talion.
E
la ragazza si scusò:
-
“Perdonatemi...non trovavo le mie
scarpe
comode...”
Ellem
indossava la sua nuovissima mantella azzurra, chiusa
sul petto con
la spilla di Talion, in mano teneva saldamente il bastone ed aveva
una borsa a tracolla con il pranzo e delle erbe medicinali.
La
mezzelfa conosceva
alcune magie elementali insegnatele dalla madre ma aveva
una buona predisposizione
alle
magie curative e di supporto.
Seren
era
una studentessa
della più prestigiosa scuola di magia di Eldum, si poteva facilmente
definire un topo
da biblioteca, la
sua specialità era la magia dell’ombra
ma all’occorrenza sapeva usare anche qualche magia del fuoco.
Indossava
una lunga tunica nera con ornamenti color rosso fuoco ed un grande
cappello a punta da maga con una cintura anch’essa rossa, in mano
stringeva un bastone d’ebano con la cima arrotolata come fosse
un serpente.
Talion
non sapeva usare la magia
ma
compensava questa
mancanza con la sua agilità, il
suo equipaggiamento consisteva in una
corazza di cuoio leggero,
uno scudo appoggiato sulla schiena ed al fianco portava una spada
elfica, dalla lama leggermente ricurva.
-
“Al villaggio mi hanno detto di un posto frequentato
da
goblin, forse
se riuscissimo a trovarne uno isolato potremmo farcela!” disse
fiducioso Talion.
-
“Aspetti forse un invito? Muoviamoci!” rispose Ellem raggiante
che già si era avviata.
I
due compagni risero, la raggiunsero e si incamminarono nel fitto
della foresta.
Passò
quasi un’ora e dietro a
dei
cespugli si riuscivano a sentire delle voci stridule e grottesche.
-
“Shhh, non muovetevi” disse Talion, e vi
si
infilò silenziosamente, come solo un elfo sapeva fare.
Ad
una decina di passi da lì vide il
primo
goblin che stava rimproverando ed
impartendo ordini nella
propria
lingua ad
un secondo
goblin,
più giovane.
L’elfo
prese lo scudo in mano e sfoderò la spada, impugnandola
saldamente,
i suoi occhi si erano socchiusi in due fessure, pregustava ansioso
l’inizio di questa
nuova sfida.
Fece
cenno alle due ragazze di raggiungerlo, Ellem agitò il bastone e
pronunciò una formula magica, Talion si sentì subito più potente,
quella
magia aveva alzato le sue statistiche
di forza ed
agilità.
I
tre uscirono dai cespugli con l’elfo in prima fila e le due maghe
dietro, subito i goblin impugnarono
le proprie
spade e si avventarono su Talion, che
fin dall’inizio della battaglia stava
facendo una fatica immensa a reggere la furia degli attacchi dei due
goblin, specialmente di quello più grosso che sembrava molto più
esperto nei combattimenti.
Seren
lanciò subito una magia, i due goblin vennero investiti da una
nebbia nera per qualche istante ed i loro movimenti diventarono più
goffi e lenti ma
nel frattempo la mano di Talion che impugnava l’arma venne
ferita da un fendente del goblin più anziano, la spada gli cadde
davanti, accanto al piede.
Dalla
mano sgorgava
il
sangue copiosamente
ed il giovane elfo si trovò costretto a cercare quasi impotente di
ripararsi
dai
colpi dietro lo scudo, si pentì e pensò che forse
due
goblin erano decisamente
troppi.
Nel
frattempo le due maghe non si
erano
limitate
a stare
ferme a
guardare,
Ellem lanciò una magia di cura leggera sulla mano di Talion e Seren
evocò un’ombra che si scagliò sul goblin più piccolo, che
spaventato a morte si trovò in seria difficoltà.
L’elfo
riuscì a riprendere la spada, schivò il
fendente del goblin più
anziano
e fece una capriola nella direzione del più piccolo,
lo colpì alla schiena, trapassò un polmone e la lama fuoriuscì dal
petto, il
goblin si accasciò per terra, morendo con un ultimo gorgoglio di
sangue e schiuma fuoriuscita dalla sua bocca,
nel frattempo l’ombra evocata da Seren si era dissolta, ritornando
nel mondo
astrale.
Il
Goblin rimasto era
diventato una
furia,
la sua testa oscillò indietro e
lanciò
un urlo disumano, ricaricandosi di tutte le energie si scagliò
nuovamente all’attacco e Talion riuscì solo
per un soffio a ripararsi con lo scudo, la
tempesta di
colpi sembrava non avere
mai
fine.
Le
due giovani maghe intanto erano riuscite a ripristinare un po’ del
proprio
mana e tornarono subito in aiuto dell’elfo, Seren lanciò
nuovamente la sua
magica
nebbia nera sul goblin, che stavolta
evitò
con
un balzo
all’indietro
per
avventarsi nuovamente su Talion, riuscendo a ferirgli una
coscia in
profondità con la lama.
L’elfo
urlò dal dolore e si inginocchiò per terra, il goblin lo
ignorò
passandogli
di fianco
incurante e si scagliò verso
la guaritrice, Ellem,
che presa dal panico chiuse gli occhi pensando
fosse giunta la propria ora.
Passarono alcuni secondi che le
sembrarono
un’eternità, la
mezzelfa
riaprì gli occhi e si ritrovò a pochi centimetri di distanza il volto grottesco del goblin, gli occhi colmi di terrore, la bocca spalancata e
la lingua divisa in due, trapassata
dalla spada di Talion.
Ellem
scoppiò a piangere, l’elfo era seduto per terra poco distante da lei, intento a guardarsi preoccupato la ferita
e Seren non sapeva proprio cosa fare, quindi
si limitò
a scuotere le
spalle dell’amica
per riportarla alla realtà.
Asciugatasi
le lacrime, Ellem prese dalla borsa alcune erbe medicinali e le applicò
sulla ferita sanguinante di Talion, poi lanciò una magia di cura leggera
che però
si rivelò inefficace, quindi si sbrigó a bendargli in
modo più stretto possibile la gamba per arrestarne l’emorragia.
L’elfo
si rialzò a fatica ed avvicinandosi ai due corpi senza vita controllò l’equipaggiamento dei due goblin,
il bottino consisteva in 20 monete di rame per quanto riguardava il
goblin più giovane e 2 monete d’argento ed una collana con un
dente di lupo per il goblin più anziano.
Seren
percepì una debole aura magica all’interno della collana, usò una
pergamena di identificazione di basso livello e scoprì che quel
dente di lupo era un amuleto che aumentava di poco l’agilità del portatore, Talion se la mise subito
al collo.
-
“Spostiamoci da qui, potrebbero arrivarne altri” disse il
giovane
l’elfo, le ragazze si presero di coraggio, gli si misero ai
lati
e lui vi si appoggiò, con
un
braccio intorno al collo di Ellem e l’altro a quello
di Seren.
-
“Sì, muoviamoci” disse Ellem, e ritornarono in direzione della
casa di sua madre.
I
tre, ormai esausti, si fermarono qualche istante per poter riposare e per mangiare, ormai era pomeriggio, una volta rifocillati si misero nuovamente in marcia e raggiunsero prima del tramonto la casa di Ginlin che non resasi conto della situazione li
guardò severamente
per qualche istante.
-
“In che guai vi siete cacciati questa volta?” chiese l’elfa in
tono serio
mentre con una magia curativa di medio livello aveva
rimesso facilmente
a
posto la gamba di Talion.
L’elfo
e la giovane maga umana erano visibilmente mortificati e tennero quindi basso lo sguardo, ad Ellem in un
primo momento venne l'impulso di piangere, poi
si
morse il labbro e sostenne con decisione
lo sguardo della madre rispondendo
fiera:
-
“Abbiamo sconfitto due goblin nella foresta ed
abbiamo trovato due
monete d’argento ed un amuleto. Madre,
ho deciso, faró l’avventuriera!”
Ginlin
guardò il marito e si scambiarono un sorriso sinistro, poco
dopo Robert
prese la parola:
-
“Ormai non sei più una bambina, sei libera di fare le tue scelte
liberamente ma sappi che potrai sempre contare sui
tuoi genitori
e dovrai studiare molto per diventare più forte, Talion ha rischiato
di perdere una gamba per la vostra avventatezza.”
E
Ginlin aggiunse:
-
“Non sei ancora abbastanza brava con la magia, ci
sono troppe cose che devi imparare e che devo insegnarti, finché
non otterrai il tuo famiglio porta con te il mio, ti proteggerà” ed
evocò Argus, il
suo lupo bianco,
che subito
si avvicinò ad Ellem sollevandosi
sulle forti
zampe
posteriori, appoggiò quelle
anteriori sulle spalle
della mezzelfa e guardandola dritta
negli
occhi, dopo
un breve istante,
le leccò il viso dal mento alla fronte lasciandola
bagnata ed appiccicaticcia.
-
“Argus, che schifo!” si trovò a dire Ellem mentre si asciugava
la faccia con una manica, e tutti risero.