mercoledì, settembre 18, 2019

Ellem


La festa di compleanno


Giunse il giorno del suo diciottesimo compleanno, Ellem aveva un aspetto euforico e si sentiva felice, la festa si svolgeva nel giardino della casa dei suoi genitori, Ginlin e Robert, nel profondo della foresta di Trillian e gli invitati erano due suoi coetanei, i suoi unici amici, un elfo di nome Talion ed un’umana della Capitale, Seren.
Venne il tempo di aprire i regali, Ellem cominciò dal regalo di Seren, era confezionato in un pacchetto largo e leggero, aprendolo sorrise felicissima, si trovò tra le mani una splendida mantella con cappuccio, azzurra come i suoi occhi, ricamata ai bordi con merletti bianchi e decisamente molto comoda e leggera, la madre di Seren era un’ abile sarta e per cucirla aveva seguito con attenzione i desideri e le richieste della figlia.
Venne il turno del regalo di Talion, si trattava di un piccolo scatolo di legno levigato in modo fine ed aprendolo vi trovò una spilla verde a forma di foglia, raffinata e molto in voga tra le elfe di Trillian.
L’ultimo regalo fu quello dei suoi genitori, la confezione era sottile ma alta quasi quanto lei, tuttavia leggera a dispetto del suo aspetto. Scartò la confezione e vi trovò un bastone di frassino, chiaro ed intarsiato finemente, con all’apice un pomo intagliato ed intrecciato come fossero piccoli rami.
È magico” disse la madre “ti aiuterà ad incanalare il tuo potere per incrementarne gli effetti”.
Il padre aggiunse:
- “È stato intagliato dai migliori artigiani elfi, diciott’anni sono molto importanti per una bella signorina come te”.
Ellem si commosse e ringraziò i presenti abbracciandoli.
Grazie...ho qui con me gli amici ed i genitori migliori che si possano desiderare!”.

Detto ciò la giovane mezzelfa si mise la mantella di Seren, vi appuntò la spilla di Talion, prese in mano il bastone magico e chiese sorridendo:
- “Come sto? Ho o non ho l’aspetto di una maga potentissima?!”
Tutti risero ed il padre rispose sorridendo a sua volta:
- “Piccola mia, ne hai ancora di strada da fare ma l’aspetto è certamente quello”.
La madre portò la torta e la poggiò sul tavolo, era stata commissionata dal padre ad Eldum, la Capitale. Era interamente composta da una crema di cioccolato con dentro una farcitura di marmellata di fragole e sopra vi erano decorazioni fatte con soffice panna. Ellem soffiò sulle candeline ed espresse il suo desiderio.



La caccia


L’indomani della festa i tre ragazzi avevano appuntamento per l’inizio della mattinata all’ingresso del sentiero di Trillian, Ellem e Talion furono i primi ad arrivare, Seren si era alzata tardi, come al solito, era sempre profondamente assonnata al mattino e faticava ad alzarsi, li raggiunse dopo quasi un’ora e li trovò nel punto d’incontro con un espressione corrucciata.
- “Finalmente!” disse Ellem
- “Stavamo per cominciare senza di te!” aggiunse Talion.
E la ragazza si scusò:
- “Perdonatemi...non trovavo le mie scarpe comode...”

Ellem indossava la sua nuovissima mantella azzurra, chiusa sul petto con la spilla di Talion, in mano teneva saldamente il bastone ed aveva una borsa a tracolla con il pranzo e delle erbe medicinali.
La mezzelfa conosceva alcune magie elementali insegnatele dalla madre ma aveva una buona predisposizione alle magie curative e di supporto.
Seren era una studentessa della più prestigiosa scuola di magia di Eldum, si poteva facilmente definire un topo da biblioteca, la sua specialità era la magia dell’ombra ma all’occorrenza sapeva usare anche qualche magia del fuoco.
Indossava una lunga tunica nera con ornamenti color rosso fuoco ed un grande cappello a punta da maga con una cintura anch’essa rossa, in mano stringeva un bastone d’ebano con la cima arrotolata come fosse un serpente.
Talion non sapeva usare la magia ma compensava questa mancanza con la sua agilità, il suo equipaggiamento consisteva in una corazza di cuoio leggero, uno scudo appoggiato sulla schiena ed al fianco portava una spada elfica, dalla lama leggermente ricurva.

- “Al villaggio mi hanno detto di un posto frequentato da goblin, forse se riuscissimo a trovarne uno isolato potremmo farcela!” disse fiducioso Talion.
- “Aspetti forse un invito? Muoviamoci!” rispose Ellem raggiante che già si era avviata.
I due compagni risero, la raggiunsero e si incamminarono nel fitto della foresta.
Passò quasi un’ora e dietro a dei cespugli si riuscivano a sentire delle voci stridule e grottesche.
- “Shhh, non muovetevi” disse Talion, e vi si infilò silenziosamente, come solo un elfo sapeva fare.
Ad una decina di passi da lì vide il primo goblin che stava rimproverando ed impartendo ordini nella propria lingua ad un secondo goblin, più giovane.
L’elfo prese lo scudo in mano e sfoderò la spada, impugnandola saldamente, i suoi occhi si erano socchiusi in due fessure, pregustava ansioso l’inizio di questa nuova sfida.
Fece cenno alle due ragazze di raggiungerlo, Ellem agitò il bastone e pronunciò una formula magica, Talion si sentì subito più potente, quella magia aveva alzato le sue statistiche di forza ed agilità.
I tre uscirono dai cespugli con l’elfo in prima fila e le due maghe dietro, subito i goblin impugnarono le proprie spade e si avventarono su Talion, che fin dall’inizio della battaglia stava facendo una fatica immensa a reggere la furia degli attacchi dei due goblin, specialmente di quello più grosso che sembrava molto più esperto nei combattimenti.
Seren lanciò subito una magia, i due goblin vennero investiti da una nebbia nera per qualche istante ed i loro movimenti diventarono più goffi e lenti ma nel frattempo la mano di Talion che impugnava l’arma venne ferita da un fendente del goblin più anziano, la spada gli cadde davanti, accanto al piede.
Dalla mano sgorgava il sangue copiosamente ed il giovane elfo si trovò costretto a cercare quasi impotente di ripararsi dai colpi dietro lo scudo, si pentì e pensò che forse due goblin erano decisamente troppi.
Nel frattempo le due maghe non si erano limitate a stare ferme a guardare, Ellem lanciò una magia di cura leggera sulla mano di Talion e Seren evocò un’ombra che si scagliò sul goblin più piccolo, che spaventato a morte si trovò in seria difficoltà.
L’elfo riuscì a riprendere la spada, schivò il fendente del goblin più anziano e fece una capriola nella direzione del più piccolo, lo colpì alla schiena, trapassò un polmone e la lama fuoriuscì dal petto, il goblin si accasciò per terra, morendo con un ultimo gorgoglio di sangue e schiuma fuoriuscita dalla sua bocca, nel frattempo l’ombra evocata da Seren si era dissolta, ritornando nel mondo astrale.
Il Goblin rimasto era diventato una furia, la sua testa oscillò indietro e lanciò un urlo disumano, ricaricandosi di tutte le energie si scagliò nuovamente all’attacco e Talion riuscì solo per un soffio a ripararsi con lo scudo, la tempesta di colpi sembrava non avere mai fine.
Le due giovani maghe intanto erano riuscite a ripristinare un po’ del proprio mana e tornarono subito in aiuto dell’elfo, Seren lanciò nuovamente la sua magica nebbia nera sul goblin, che stavolta evitò con un balzo all’indietro per avventarsi nuovamente su Talion, riuscendo a ferirgli una coscia in profondità con la lama.
L’elfo urlò dal dolore e si inginocchiò per terra, il goblin lo ignorò passandogli di fianco incurante e si scagliò verso la guaritrice, Ellem, che presa dal panico chiuse gli occhi pensando fosse giunta la propria ora.
Passarono alcuni secondi che le sembrarono un’eternità, la mezzelfa riaprì gli occhi e si ritrovò a pochi centimetri di distanza il volto grottesco del goblin, gli occhi colmi di terrore, la bocca spalancata e la lingua divisa in due, trapassata dalla spada di Talion.
Ellem scoppiò a piangere, l’elfo era seduto per terra poco distante da lei, intento a guardarsi preoccupato la ferita e Seren non sapeva proprio cosa fare, quindi si limitò a scuotere le spalle dell’amica per riportarla alla realtà.
Asciugatasi le lacrime, Ellem prese dalla borsa alcune erbe medicinali e le applicò sulla ferita sanguinante di Talion, poi lanciò una magia di cura leggera che però si rivelò inefficace, quindi si sbrigó a bendargli in modo più stretto possibile la gamba per arrestarne l’emorragia.
L’elfo si rialzò a fatica ed avvicinandosi ai due corpi senza vita controllò l’equipaggiamento dei due goblin, il bottino consisteva in 20 monete di rame per quanto riguardava il goblin più giovane e 2 monete d’argento ed una collana con un dente di lupo per il goblin più anziano.
Seren percepì una debole aura magica all’interno della collana, usò una pergamena di identificazione di basso livello e scoprì che quel dente di lupo era un amuleto che aumentava di poco l’agilità del portatore, Talion se la mise subito al collo.

- “Spostiamoci da qui, potrebbero arrivarne altri” disse il giovane l’elfo, le ragazze si presero di coraggio, gli si misero ai lati e lui vi si appoggiò, con un braccio intorno al collo di Ellem e l’altro a quello di Seren.
- “Sì, muoviamoci” disse Ellem, e ritornarono in direzione della casa di sua madre.
I tre, ormai esausti, si fermarono qualche istante per poter riposare e per mangiare, ormai era pomeriggio, una volta rifocillati si misero nuovamente in marcia e raggiunsero prima del tramonto la casa di Ginlin che non resasi conto della situazione li guardò severamente per qualche istante.
- “In che guai vi siete cacciati questa volta?” chiese l’elfa in tono serio mentre con una magia curativa di medio livello aveva rimesso facilmente a posto la gamba di Talion.
L’elfo e la giovane maga umana erano visibilmente mortificati e tennero quindi basso lo sguardo, ad Ellem in un primo momento venne l'impulso di piangere, poi si morse il labbro e sostenne con decisione lo sguardo della madre rispondendo fiera:
- “Abbiamo sconfitto due goblin nella foresta ed abbiamo trovato due monete d’argento ed un amuleto. Madre, ho deciso, faró l’avventuriera!”

Ginlin guardò il marito e si scambiarono un sorriso sinistro, poco dopo Robert prese la parola:
- “Ormai non sei più una bambina, sei libera di fare le tue scelte liberamente ma sappi che potrai sempre contare sui tuoi genitori e dovrai studiare molto per diventare più forte, Talion ha rischiato di perdere una gamba per la vostra avventatezza.”
E Ginlin aggiunse:
- “Non sei ancora abbastanza brava con la magia, ci sono troppe cose che devi imparare e che devo insegnarti, finché non otterrai il tuo famiglio porta con te il mio, ti proteggerà” ed evocò Argus, il suo lupo bianco, che subito si avvicinò ad Ellem sollevandosi sulle forti zampe posteriori, appoggiò quelle anteriori sulle spalle della mezzelfa e guardandola dritta negli occhi, dopo un breve istante, le leccò il viso dal mento alla fronte lasciandola bagnata ed appiccicaticcia.
- “Argus, che schifo!” si trovò a dire Ellem mentre si asciugava la faccia con una manica, e tutti risero.






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