mercoledì, marzo 01, 2017

Sono la Morte


Vago nel mio mondo solitario
da non so quanto tempo, ho perso il conto degli anni, il senso del tempo.
Il mio spirito si muove lento attraverso deserti e foreste incontaminate.
Di rado mi capita di vedere una piccola luce, un movimento tra le dune, un fruscìo nella selva, un guizzo tra le onde.
Io so che non dovrei andare, perché sono la Morte, col mio tocco tutto scompare, ma può capitare di voler vedere, di voler toccare, di dimenticare la mia natura, ma io sono la Morte.
Mi sono soffermato a guardare, incuriosito da un movimento tra i cespugli
eri tu, uno splendido daino saltellante, un daino vivace con un grande segreto; nella sua breve vita ha sofferto più di quanto si possa sopportare.
Il daino mi ha visto, non ha avuto paura di me, non aveva capito la mia natura, ma io sono la Morte, il vuoto profondo che cammina solitario.
Adesso lo sai, mio piccolo daino, adesso sai che il mio tocco è morte.
Ho capito perfettamente che la cosa migliore per entrambi è restare nella propria natura, il daino ora ha di nuovo paura, soffre, piange, morde.
Il mio tocco è pericoloso, bisogna usare i guanti, ma in questa terra desolata io non possiedo guanti, posso solo guardare da lontano e osservare in silenzio, nel profondo vuoto che provo dentro.
Piccolo Daino, devi fuggire, viviamo in mondi paralleli, fai bene a temermi, la morte che cammina solitaria e la tristezza che regna sovrana nel mio spirito.