giovedì, gennaio 29, 2009

Nascita



Chi nasce per morire faceva meglio a non nascere proprio
Lo scopo della nascita è la vita.
Il susseguirsi di albe e tramonti offendono gli occhi di colui che soffre.

Chi vuol solo estinguersi non può far altro che vivere di torpori e brevi fiamme.
Qualunque cosa riporta alla belva più oscura, la compagna che ammalia l'oziatore, la noia.

Non va presa alla leggera, essa trascina nei baratri più profondi, dove l'umana comprensione non può arrivare...
Ti trascina nell'oblio, ti succhia la linfa vitale, ti porta amarezza e ti adagia nella malinconia.

L'ignaro scopo di ognuno diventa vivere la vita degli altri...
Il mio terrore è esser visto come io vedo gli altri...folle confuse di sfumante inutilità...individui interessanti...animali.

lunedì, gennaio 26, 2009

Età


Gli Anni, l'Età, il tempo che passa...non è che un involucro di possibilità atto a contenere un quantitativo variabile di esperienze che aiuteranno la crescita e la formazione della persona.
20 anni, 30 anni, 40 anni...sono solo numeri, la persona più piccola può stupire la più grande per il proprio modo di pensare e vedere la vita.


Noi siamo quello che abbiamo vissuto, siamo le persone che ci hanno accompagnato, le nostre decisioni, la pioggia che ci ha bagnato, il sole che ci ha riscaldato, le cadute ed il coraggio di riprovare.
Siamo le nostre delusioni, le nostre storie, le persone che abbiamo perso, quelle che siamo riusciti a trovare, siamo i nostri sbagli, le nostre scelte, i nostri dibattiti, le lotte, i giochi, i nostri scherzi, i nostri viaggi, le nostre maschere...siamo ciò in cui abbiamo creduto e ciò in cui ci siamo dovuti ricredere...Siamo ciò che saremo.

martedì, gennaio 13, 2009

Venti d'ogni dove

Il vento soffiava a più non posso
mentre ero nella Dimora del poeta.
Brividi e rumori percuotevano le mura
Ma noi parlavamo e le poesie viaggiavano
perdendosi nell'etere.
Alfine tra i voluttuosi flutti fumanti
Di cui i respiri si inebriavano
Tornai sul mio veicolo privo di melodia.
Fu come un film di catastrofi già narrate
Fogliame, rami, tronchi...alberi sani e cassonetti
Tutto gettato alla rinfusa, come dadi sulla strada
Sensazioni spiacevoli di catastrofe imminente
sussurravano una fine ingloriosa per le mie stanche membra.
Ogni cosa volgea a fine per poi ricominciar
dopo una curva silente
Solo il fischio rado di un vento ormai passato
ricongiungea i miei pensieri a ciò che accadde

Le danze della notte eran giunte al termine
così com'anche i sacri venti provenienti d'ogni dove.
La strada ed i fili saturi d'elettricità intimavan
di tornar a casa di fretta, affrettandosi.
Alfine ritrovai la quiete tra le quattro mura
Pane, tranci di salmone ed insalata colmaron
l'alcolica fame e poi più nulla, il silenzio,
Il sonno.

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venerdì, gennaio 09, 2009

promemoria

Bisogna soffermarsi a pensare a volte, è inutile far finta di niente e scappare...la vita è una e per quanto possa non piacere sarebbe opportuno viverla al meglio.
Bisogna anche vivere cose mai vissute, fare cose mai fatte, vedere cose mai viste, fare quello che si vuole ed essere un po’ più egoisti; peccato solo che non è facile come dirlo.
Si può provare ma non ci si deve accontentare, non sarebbe giusto, si può pensare ma non sempre si deve dire, così come a volte bisogna dire ciò che si da per scontato...ci si deve anche fare avanti con coraggio e determinazione, bisogna conoscere gente nuova, ci si deve lasciare andare se lo si ritiene utile, opportuno o quantomeno piacevole...ma poi bisogna anche fare i conti con se stessi, valutare ciò che si è fatto, capire se va bene o male, se è il caso di proseguire, fermarsi o tornare indietro...chi tende a giudicarci in modo troppo puntiglioso in genere siamo proprio noi stessi e le pene che ci affliggiamo spesso diventano pensieri incisivi e ripetuti nel tempo che si ripercuotono anche sul nostro fisico...bisogna stare attenti prima di commettere sbagli perchè non a tutto c'è rimedio.
Eppure nella filosofia orientale se un problema non si può risolvere allora non è il caso di crucciarsi. Sarebbe tutto più facile vedendola così, all'orientale.
Ancora non riesco ad afferrare il punto della situazione, le persone vanno e vengono, sono poche quelle che restano e sono proprio quelle che valgono di più che riscontrano le maggiori difficoltà a farsi una vita.
Alla fine io vedo scorrere la vita in modo strano, con gli occhi di un tetro burlone, un giullare grottesco che si vuole illudere di poter trovare un po’ di serenità...in parte ci si riesce pure.
E' la notte la vera guerra, la notte bisogna andare a letto quando si è esausti, non si deve pensare a nulla...ma è inutile, le battaglie continuano e non lasciano sopravvissuti...la bilancia non da equità, nonostante tutto...

Non discerno più dove finiscono le maschere e dove comincio io…sono fuse in me e mio malgrado in parte mi lascio vedere dentro, nudo.
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